Negli ultimi anni si registra una grande diffusione dei protocolli di legalità.
Detti protocolli, sono dei veri e propri contratti stipulati fra la Prefettura (quella della provincia competente), il soggetto aggiudicatore (soggetto pubblico o a partecipazione pubblica per conto del quali si esegue un lavoro, per es. ANAS, Autorità Portuale, Comuni, Regioni ecc…) e un appaltatore (impresa che esegue il lavoro), con cui le amministrazioni assumono, di regola, l’obbligo di inserire nei bandi di gara, quale condizione per la partecipazione, l’accettazione preventiva da parte degli operatori economici, di determinate clausole introdotte per la prevenzione, il controllo ed il contrasto dei tentativi di infiltrazione mafiosa, nonché per la verifica della sicurezza e della regolarità dei luoghi di lavoro.
Molto frequentemente con detti strumenti convenzionali si estendono talune misure di controllo previste dalla legislazione antimafia al di fuori dei casi strettamente previsti dalla legge.
Una fattispecie molto ricorrente è quella degli accordi volti a rendere obbligatoria la richiesta dell’informazione antimafia al di sotto delle soglie di valore previste attualmente dal Codice delle leggi antimafia (talvolta anche di quella minima per la documentazione antimafia).
Ancora, si è previsto talvolta che il subappalto possa essere acquisito solo da imprese appartenenti a determinate categorie.
L’impresa nell’esecuzione e realizzazione dell’Opera deve mettere in atto tutti i necessari accorgimenti e procedure al fine di assolvere gli impegni assunti e previsti nel Contratto di Appalto, nel Capitolato Speciale d’Appalto, e nel Protocollo di Legalità.
Tutti i soggetti ricompresi nella Filiera delle Imprese sono assoggettati alle procedure antimafia e quindi sottoposti a richiesta di preventiva verifica antimafia.
Con la costituzione degli uffici protocollo di legalità (UPL) nei luoghi di lavoro, l’Impresa deve definire i compiti e le responsabilità, i metodi e gli strumenti operativi di controllo e comunicazione per la compiuta ed efficace esecuzione degli obblighi previsti dal Protocollo di Legalità in tema di prevenzione, controllo e contrasto dei tentativi di infiltrazione mafiosa, di verifica della sicurezza e della regolarità dei cantieri di lavoro relativi all’esecuzione delle opere inerenti la realizzazione dell’opera.
Come determinato dall’ANAC (vedi articolo precedente sempre sul nostro sito: “Linee Guida ANAC”), anche nel terzo settore la sottoscrizione e la gestione dei sopracitati protocolli di legalità assumono sempre maggiore rilevanza, in particolar modo per le cooperative sociali che più di altre realtà, contrattano con le pubbliche amministrazioni.
Uliano Montalti